Presso il podere Canova, in via Gaibara 1 a Bologna, pochi chilometri fuori porta Castiglione, nei pressi di Monte Donato, all’interno del Parco di Forte Bandiera, si realizza agricoltura sociale e sperimentale innovativa. Il terreno è di oltre 6 ettari, è di proprietà del Comune di Bologna, è finalizzato a scopi sociali e viene dato in concessione dal Quartiere Santo Stefano per mezzo di appositi bandi pubblici, rivolti a progetti con queste finalità.
Il progetto, frutto di esperienze pregresse di oltre 10 anni condotte con utenti dei servizi psichiatrici, prevede anche la realizzazione di attività culturali e ricreative destinate alla inclusione o reinserimento sociale di altri soggetti fragili inviati dai servizi sociali. Questo progetto allarga infatti il target a tutte le fragilità, compresi i giovani con disabilità e persone con difficoltà socio economiche.
L’attività agricola quotidiana, a stretto contatto con volontari, tecnici, esperti e visitatori, crea una situazione inclusiva e non ghettizzante, accresce negli utenti il senso di autostima e la voglia di partecipare. Così come la soddisfazione che dà piantare un pomodoro, curarlo mentre cresce e vederlo maturare ed infine mangiarlo oppure venderlo. Il progetto offre l’opportunità di un contesto di attività normale, ma in una situazione facilitata, dove si condivide con altre persone un interesse lavorativo per la produzione di un eventuale reddito o di una sua integrazione anche sotto forma di autoconsumo. In qualche caso è stato possibile anche portare l’utente, dopo un periodo di questo tipo di attività, ad una forma di autonomia lavorativa o ad un inserimento come dipendente in una azienda operante nel settore.
Raccogliere fondi con i prodotti realizzati è l’anello conclusivo della filiera produttiva, in cui vengono coinvolti anche gli utenti, per imparare/reimparare a relazionarsi con gli altri, ed è il momento in cui è esplicita la soddisfazione per il proprio impegno, quando i prodotti vengono presentati con “questo l’abbiamo fatto noi”.
Il senso di comunità è importante e lo si persegue con frequenti incontri tra tutti per l’organizzazione dei lavori, con una chat dedicata, con corsi di formazione specifici sulle coltivazioni che si realizzano, ma anche con il rito del caffè mattutino o pranzando qualche volta insieme. I nostri volontari, che si coordinano con gli educatori professionali degli utenti, li affiancano e sostengono anche nei loro percorsi di accesso ai servizi di assistenza sociale e nelle loro piccole difficoltà burocratiche quotidiane.
La grande criticità del progetto è che al Podere manca un edificio chiuso, che garantisca i servizi essenziali per chi lavora e per conservare le attrezzature e i prodotti. Il che condiziona fortemente l’attività, soprattutto nei periodi freddi.
Il podere Canova è situato all’interno di un parco ed è anche attraversato da un sentiero CAI. L’accesso a piedi è sempre possibile nelle ore diurne. La fruibilità dell’area non coltivata è garantita dalla manutenzione dei prati e dei sentieri da parte dei nostri utenti e volontari, che consentono ai cittadini di Bologna di godere di un’oasi di pace in un ambiente incontaminato, con una vista invidiabile su San Luca.
In estate lo spazio si anima di iniziative culturali e ricreative ed attrae un grande numero di persone, soprattutto verso il tramonto.
Durante il giorno ospitiamo iniziative per ragazzi disabili e per bambini, ma la fruibilità sociale del podere può essere maggiore. Ci stiamo adoperando perché della bellezza del luogo, dove la temperatura in estate è di qualche grado in meno che in città, possa godere un numero maggiore di persone svantaggiate.
Il progetto Podere Sociale Canova è a cura di Alfonso Ciacco.
COSA COLTIVIAMO
Al Podere come ci prendiamo cura delle persone fragili, così ci prendiamo cura della terra e della piccola porzione di parco che abbiamo in affidamento.
Rispettiamo l’ambiente, abbiamo a cuore la biodiversità, e siamo orientati a coltivazioni sostenibili, a fronte dell’ evoluzione climatica che avanza.
Coltiviamo con metodi naturali e abbiamo avviato il percorso per la certificazione biologica.
Contribuiamo al recupero di coltivazioni dimenticate, ma tipiche dei colli bolognesi, resistenti alle malattie, adattabili all’ambiente e al clima e che possiedono elevate qualità organolettiche.
Non siamo agronomi, ma ci avvaliamo della guida e della consulenza gratuita di enti di studio e ricerca: CNR, Ri.Nova (Ex CRPV – Centro Ricerche Produzioni Vegetali) e, tramite loro, Università. Ri.Nova ci assiste anche con incontri di formazione specifica in campo e in aula.
Vigneto
Nel 2021 abbiamo impiantato un vigneto, con 400 barbatelle, fornite gratuitamente da CRPV.
Le varietà:
Angela: è un vitigno antico coltivato fino a metà dell’800, nel bolognese e in Romagna, utilizzato sia da vino che da tavola. Veniva anche esportato. Poi fu abbandonato, insieme alla coltivazione dell’uva da tavola, spostata in meridione. Negrettino: anche questo è un vitigno autoctono abbandonato, per il quale Ri.Nova ha già avviato il reinserimento in pianura. La novità, al Podere Canova, è il suo reinserimento in collina.
Per gli altri vitigni, Cabernet, Merlot, Sauvignon Kretos e Sauvignon Rytos, l’obiettivo è quello di sperimentare in collina la loro resistenza alla peronospera e all’oidio, con coltivazione biologica e con un uso bassissimo di rame o altri prodotti bio, evitando scrupolosamente i metalli pesanti.
Frutteto
Nel 2022 Sono state messe a dimora circa 150 piante, metà delle quali ricevute gratuitamente.
Abbiamo piantato un mix di frutti tipici dell’appennino, tra cui diverse varietà antiche, molti tipi di pere e mele, in particolare la rosa romana, e poi susine, fichi, gelsi, nespoli, noci, mandorli, noccioli e ciliege.
Nel frutteto, come nel vigneto, utilizziamo metodi naturali per il trattamento del terreno, ma sperimentiamo metodi naturali anche per la difesa delle piante, come lana di pecora sui rami giovani contro gli attacchi dei caprioli, nidi per attrarre cinciallegre, divoratrici di insetti nocivi, ecc..
Uliveto
Il primo impianto è del 2016, circa 60 piante, e un secondo impianto è del 2023, altre 60 piante, tutte fornite dal CNR. Sono varietà autoctone certificate, alcune delle quali sono appena state recuperate e rientrano nel registro delle varietà di olivo dell’Emilia-Romagna: Montecalvo, Colombina, Correggiolo, Leccino, Monte Capra, Moraiolo, Farneto. Tutte queste insieme danno un ottimo blend di olio.
Orto
Il clima e l’esposizione del Podere favoriscono la coltivazione di pomodori ciliegini e datterini, dolci e saporiti, dai quali ricaviamo un’ottima passata. I pomodori vengono raccolti e selezionati a mano quando sono maturi e trasformati immediatamente.
Un’altra parte del terreno è destinata all’orto tradizionale per l’autoconsumo, con le verdure stagionali. Spiccano un filare di carciofi e una piccola asparagiaia. Inoltre, piante aromatiche come rosmarino, salvia, origano, alloro.
Apiario
Risale a parecchi anni fa, quando entrò nell’associazione un esperto di livello nazionale del mondo delle api.
Nel tempo l’apiario e la sua produzione sono cresciuti, arrivando a una buona produzione di miele, di diversi tipi: acacia, tiglio, ailanto, millefiori, castagno, melata.
Negli ultimi anni anche le nostre api hanno risentito dei problemi che a livello mondiale stanno minacciando la loro sopravvivenza, in primo luogo il cambiamento climatico, l’inquinamento e i pesticidi, con conseguente riduzione delle famiglie e del miele prodotto.
Il miele è stato il primo prodotto realizzato al podere che ha consentito agli utenti di relazionarsi con il pubblico per raccogliere fondi e ricavarne un piccolo compenso, con l’orgoglio di poter dire “questo lo facciamo noi”.
Giardino delle piante officinali, della Lavanda e dei fiori per le api
Vicino all’apiario abbiamo prima piantato la Lavanda, grande amica delle api, che attira con il suo blu e nutre con il suo prezioso polline, e poi Elicriso e Timo. Inoltre un mix di fiori melliferi, molto graditi agli impollinatori, che fioriscono durante molti mesi dell’anno. Spicca tra questi una piantagione di Melliloto con i suoi stupendi fiori giallo intenso che contrasta col verde delle foglie.
Dalla lavanda estraiamo olio e acqua essenziale e preziosi sacchetti profumati per i regali natalizi.
I PARNERS DEL PROGETTO
I SOSTENITORI DEL PROGETTO